“Sbaglio o ti sei ingrassata?”

Rimango alquanto sconcertata dalla mancanza di tatto e di sensibilità e di conoscenza proprio della cultura della donna.
Non perché sia femminista anzi.
Insomma stamattina mi scrive una persona, un amministratore locale, e mi rimanda la foto che ho postato stanotte, quella di me sulla ciambella, e sotto mi scrive: “sbaglio o hai messo su qualche chilo?”. Io gli rispondo.
Ci perdo anche tempo.
E gli dico che non mi pare. Almeno i vestiti mi dicono il contrario. Mi stanno sempre allo stesso modo.
Sarà stata la posa. Il fatto che mi stavo sollevando di pancia. Sarà stato il fatto che avevo le gambe appoggiate alla ciambella e quindi che ne so. Sarà stato il fatto che quella è una foto e che sinceramente siccome non mi vergogno, e non mi metto di certo lì a ingrandire e misurarmi la pancia col compasso, e poi al di là di tutto mi serviva per raccontare una storia.
Come tante altre storie di ognuno di noi.
E che comunque convivo col mio corpo 24 ore su 24 quindi saprò se mi sono ingrassata o meno.
Questo non contento, anziché deviare e che ne so scusarsi anche magari, insiste.
“Dici? Le gambe mi sembrano più paffutelle”.
Ora. Al di là di “paffutelle” che mi ha fatto venire i conati di vomito, ma sinceramente, una persona dopo mesi che non ci sentiamo, anziché chiedermi come stai, cosa faccio, ho letto il post, bello, brutto, non l’ho letto, me ne fotto, mi scrive considerazioni sul mio fisico non richieste tra l’altro.
E non perché siano negative, faccio fatica a tollerare anche quelle positive io figuriamoci.
Mi mettono noia.
Allora io gli rispondo che “ti ripeto, non mi pare, sarà perché avevo le gambe appoggiate” e continuo anche a perdere tempo. E lui in tutta risposta mi scrive: “Ottimo buona vita. Sappi che rimani la mia giornalaia preferita”.
Io rimango basita.
O come direbbe una mia amica: “balba”.
Giornalaia.
Giornalaia.
Tu fai l’amministratore in un paese dove, come in tutti i comuni, organizzano manifestazioni ed eventi per la violenza contro la donna, e dai della giornalaia a una giornalista, dopo averle detto pure che le gambe sono paffutelle.
Allora vedete. Qui il lavoro da fare è tanto. Perché parte dalle piccole cose.
Quando qualcuno mi invita a quegli eventi dove mettono le scarpette rosse in piazza, le panchine, i drappi che scendono dal davanzale, rifiuto sempre. Non ci vado mai.
Perché non vado a perdere tempo quando capisco che il lavoro da fare è ancora tanto purtroppo. Tantissimo.
E non si risolve con i drappi in piazza.
Vi auguro buona giornata.

#sbetti

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...