Sinceramente spero vivamente che si smetta di parlare del neo divo generale Vannacci. Lo spero vivamente. Non mi sta nemmeno simpatico, neanche un po’. Troppo autoritario per me, troppo illiberale e intollerante. Troppo indirizzatore di un percorso delineato da lui. Con me non resisterebbe nemmeno mezzo minuto. L’ho intravisto qualche volta in televisione e non mi è parso un granché, anzi, quando si è trattato di dare una mano al gioielliere di Cuneo non mi pare si sia sbracciato. Se ne stava ingessato senza dire niente davanti a una persona che sperava almeno in una pacca sulla spalla. Ma ho notato che alla gente in realtà di come stai e cosa stai passando frega poco niente. Con il suo fare austero e fermo e inflessibile – io personalmente non lo avrei voluto nemmeno come mio migliore amico. Manco come capo da cui imparare qualcosa. Dato che se uno limita la tua libertà, non è libero nemmeno lui – ecco dicevo con il suo fare austero rigidamente fermo e inflessibile, parla di un mondo al contrario senza sapere quale sia quello dritto. E che non sia libero nemmeno nelle sue posizioni lo si è visto dalle teorie espresse. Che secondo me non avrebbero dovuto manco essere riprese.

Uno che paragona i genitori alle scarpe e alle ciabatte, tanto basta.

“Gli otto miliardi di persone che sono al mondo sono nati da un uomo e da una donna: perché privare i bambini del diritto di avere un padre o una madre? Certo, uno può perdere un genitore in un incidente, o per un divorzio. Ma se faccio la maratona parto con due scarpe, non con una scarpa e una ciabatta. Io, come molti, cerco di orientare le mie figlie verso l’eterosessualità”, ha detto ad Aldo Cazzullo in un’intervista pubblicata sul Corriere della Sera.

Un libro dove lui parla in modo abbastanza impositivo a tratti anche volgare di omosessuali, immigrati, ambientalisti, trans, prendendo come esempio quello che lui definisce “normali”, mi chiedo normali rispetto a cosa. Parole diciamocelo qua indifendibili per un uomo in carica alle Forze Armate. Perché hai poco da dire che Vannacci esprime la maggioranza silenziosa – sono tutti silenziosi quando c’è da tirar fuori le palle – con la finta illusione di poter dare nutrimento a un pensiero alternativo alla minoranza rumorosa. Oggi per esempio girando un servizio, ben due testimoni che avevo beccato hanno deciso all’ultimo di tirarsi indietro quindi davvero credetemi non capisco come certa gente possa adorare Vannacci e comportarsi da coniglio. La verità è che Vannacci rappresenta se stesso, tanto da apparire su Chi in copertina e con la posa da velina di chi spruzza l’acqua con la gamba, interessato solo alla sua figura e alla sua persona. Alla gente appare come una guida, un guru uscito dalle trincee della guerra e dai covi più austeri delle istituzioni che la gente si chiede perché mai non abbia parlato prima. Il suo libro che non è libero in quando limita la libertà altrui, è una efficace operazione di marketing per dar da mangiare alla popolazione sfolta e denutrita di buon senso credendo che i maggiori problemi del nostro paese possano essere relegati in alcune pagine spiegate solo attraverso le teorie di un essere umano che vorrebbe mettere le museruole a chi la pensa in modo contrario, che vorrebbe imporre la sua posizione, che vorrebbe cordonare le varie scene del crimine da lui descritte. Una volontà di non tenere conto dello scorrere del tempo, dello spazio, dei confini che non sono più confini ma linee da maneggiare e destreggiare con cura perché è ovvio che non ci stiamo tutti che gli italiani non fanno più figli ma è anche ovvio che quelli all’ Esselunga che sono morti erano romeni venuti in Italia a fare certi lavori che ahimè gli italiani non sanno più fare. Una cosa mi dispiace ed è vedere che ancora i media danno spazio al generale invitandolo ovunque usandolo come ariete – e lui non se ne rende conto – e accendendogli i riflettori addosso che se non sta attento tra un po’ si brucia. Vannacci è libero di pubblicare tutte le prodezze che vuole, di scriverle, di pensarle, di partorirle, può anche metterci nove mesi per partorire i suoi pensieri, può anche fare studi sul genoma dei gay e mettersi a studiare medicina e chirurgia o biologia ma se smettessimo di dargli così tanta visibilità Vannacci rimarrebbe uno come tanti che ha sentito il bisogno di esternare il suo pensiero spacciandolo come fosse anche quello degli altri.

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