LA VERITà – 16 luglio 2023.
Metà luglio, 35 gradi all’ombra. Aeroporto di Venezia: 101 voli cancellati. La via crucis nel settore dei trasporti ha scritto altre pagine da bollino rosso. Da una parte ci sono sinistra e sindacati che soffiano bene sul fuoco degli scioperi, dall’altra il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, che cerca di riportare gli equilibri – il diritto degli italiani ad andare in ferie per esempio o dei pendolari di lavorare – e dall’altra, in questa tela che si tende da una parte e dall’altra a cadere giusto in mezzo nello squarcio ci sono i cittadini costretti a disdire prenotazioni, rinviare partenze, arrivi, ritorni, aspettando che l’agitazione finisca.
Dopo lo sciopero dei treni di giovedì 13 luglio, è toccato agli aerei.
Dalle 10 alle 18 il personale di terra degli aeroporti ha incrociato le braccia. Tanto che proprio contro questo stop del trasporto aereo che ha portato a cancellazioni e ritardi in tutta Italia, per centinaia di milioni di danni, è scattato l’esposto del Codacons, il coordinamento delle associazioni per la tutela dei diritti di utenti e consumatori, a 104 procure e alla Corte dei conti.
“Una forma di violenza inaudita – ha spiegato il presidente del Codacons, Carlo Rienzi – verso i cittadini e verso gli operatori turistici, 250.000 viaggiatori rischiano oggi – ieri per chi legge ndr – di rimanere a terra, perdendo giorni di vacanza e soldi pagati per strutture ricettive e servizi vari”.
Un danno complessivo, infatti, da centinaia di milioni, con code infinite, prenotazioni nelle strutture annullate, soldi spesi inutilmente, e operatori turistici nel bel mezzo della stagione costretti ad affrontare l’Italia a piedi.
Si ipotizza quindi la “possibile fattispecie di interruzione di pubblico servizio”. Circa 1000 i voli cancellati, tra nazionali e internazionali, che hanno coinvolto all’incirca 250.000 – 270.000 viaggiatori. Duecento i voli cancellati a Fiumicino, 8 a Bari, 150 tra gli aeroporti di Linate e Malpensa, 118 a Napoli, 34 a Palermo, circa 30 a Torino Caselle, 8 a Genova, 43 all’aeroporto Marconi di Bologna, 101 a Venezia. Anche a Verona sono saltati 30 voli su 128 programmati.
Immaginate solo il caos che questo ha comportato. Lo sciopero è stato indetto e ben incalzato da Filt – Cgil, Fit – Cisl, Uiltrasporti e Ugl, dove sinistra e sindacati anziché spegnere la miccia hanno soffiato per bene sullo sciopero blocca vacanze. Ma i contratti del personale aereo, sono sei anni che sono fermi e almeno qui non è colpa del governo Meloni.
A incrociare le braccia sono stati il personale di terra di Vueling. Ossia gli addetti alle operazioni che precedono e seguono il volo: check-in, ricezione e smistamento dei bagagli, imbarco. Lamentano che il loro contratto è scaduto da ormai sei anni, appunto. E dalle 12 alle 16, anche i piloti di Malta Air, che opera le rotte Ryanair. Otto ore di stop, poi, dalle 12 alle 20, anche per i piloti Canadair iscritti a Ugl Trasporto aereo.
Così è intervenuto il vicepremier Salvini che si dice pronto a rifare ciò che ha fatto per lo sciopero dei treni. Ossia emettere un’ordinanza che ha dimezzato d’impero lo sciopero dei treni di giovedì 13 luglio. Ordinanza per la quale il sindacato rosso – leggi Cgil – aveva presentato ricorso ma il tar l’ha bello che bocciato, in quanto deve prevalere “l’interesse degli utenti che hanno fatto affidamento sulla continuità del servizio”.
“Nessuno mette in dubbio il diritto allo sciopero – ha detto ieri Salvini – appoggio le giuste richieste dei lavoratori inascoltate da anni, lavoro perché le trattative continuino ma non accetto che alcuni sindacati blocchino l’Italia causando disagi e danni a milioni di lavoratori italiani e turisti stranieri. Se non prevarrà il buonsenso, sono pronto a intervenire come ho già fatto per evitare il blocco totale dei treni”. La speranza del vicepremier è che aziende e sindacati trovino un accordo.
“Vigilerò – ha aggiunto durante una visita a un cantiere ferroviario a Capurso (Bari) – affinché si arrivi a un accordo per il comparto ferroviario e aeroportuale. Ci sono contratti fermi da sei anni e conto che il problema si risolva in poche settimane. Il diritto allo sciopero è garantito dalla Costituzione, ma lo sciopero non può lasciare a piedi milioni di italiani e turisti”.
E altro tema caldo, appunto, è la questione dei taxi che si fanno sempre più introvabili. Anche di notte in alcune città italiane. “La settimana prossima – aveva fatto sapere Salvini – lavoreremo sul tema dei taxi, sempre seguendo i principi di buon senso, rispetto e garanzia per i cittadini, che non sono aspettare ore e ore sotto il sole in troppe città italiane”. L’incontro era fissato per mercoledì scorso. Giovedì invece quello del settore noleggio con conducente.
Serenella Bettin


Scopri di più da Sbetti
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.
