
Questa mattina sono andata al bar. Ho preso il caffè. Mi sono presa il giornale, i giornali e come ogni mattina l’ho letto. L’ho sfogliato. Giravo quelle pagine come tutti i giorni. Poi a un certo punto mi compare un articolo. Emma deve smettere. “Mi devo fermare ma tornerò presto”. La cantante ha un tumore all’utero e alle ovaie.
Non sapevo di Emma. Della sua malattia. Non me sapevo nulla. L’ho sempre vista così battagliera. Combattiva. Piena di grinta ed energia. L’ho sempre ascoltata con quella sua voce dirompente, esplosiva, travolgente. Che a pensarci adesso mi dico che sì, solo un animo che combatte ha veramente sofferto.
Allora ho letto quel pezzo e ho avuto i brividi. Trentacinque anni. La mia età. L’età di quella di tanti. L’età dove hai un sacco di cose da fare. Dove pensi di poter scavalcare il mondo. Di sedertici sopra quel mondo a cavalcioni sull’universo e guardarlo dall’alto. Dal basso. Roteando. A testa in giù. Tornando su. L’età dove hai mille cose in testa. Mille progetti. Mille impegni. Mille contatti. Amici. Persone. Viaggi. Poi. Poi arriva un giorno e cambia tutto.
Allora dopo ho incontrato mia madre. E le ho detto, “ma hai sentito di Emma? Io non lo sapevo”. Un tumore partito quando Emma aveva 25 anni. Dieci anni fa.
E mia madre mi guarda e quasi senza saper che dire mi fa: “eh, sì… ha detto che si deve fermare… trentacinque anni”. Poi sospira e mi dice: “sembra retorica ma è proprio vero, tante volte ci lamentiamo brontoliamo ci soffermiamo su frivolezze e poi…”
Già. E poi. Ma non è retorica sapete. Non lo è. Perché a volte non ci pensiamo. Non pensiamo di avere una vita e di poterne godere appieno. No. No a volte la facciamo a pezzi questa vita. La trascuriamo. La snobbiamo. A volte litighiamo. Non ci parliamo. Gente che porta rancore. Gente che non accetta. Gente che non si parla più perché magari nella vita puoi aver sbagliato. Fatto qualche errore. Detto qualche parola di troppo. Conosco famiglie che per anni non si parlano e poi vanno a Carramba e come le anatre impazzite si riabbracciano. Amiche che litigano. Che parlano alle spalle. Che non si difendono. Che tanto va bene così. Che chi se ne frega. Persone che a 40 anni sono costrette a dire: “se c’è lei non esco io”. Cose assurde. Frivole. Degne di non essere nemmeno prese in considerazione.
Allora questa cosa oggi mi ha soffermato a pensare. Perché è molto vero quello che mi ha detto mia madre.
Sì. E riguarda la parte di noi. Quella degli affetti. Quella delle amicizie. Quelle delle famiglie. È molto vero e questo non è un post improntato sul fare. Sull’inseguire i propri sogni. I propri desideri. Sul vivere a tremila. Sull’andare controcorrente. Viaggiare. Fare. Brigare.
Perché a volte. A volte basterebbe solo guardarsi negli occhi e parlare.
Saper ascoltare. Andare oltre.
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Nelle ultime righe hai elencato alcune delle parti più belle della vita, quelle che le danno un significato: l’amicizia, la famiglia, un sogno da inseguire che ci spinge ad andare avanti anche nei momenti peggiori. Chi ha tutto questo è la persona più ricca del mondo.
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