Il primo dell’anno (Serenella Bettin)
Il primo dell’ anno è arrivato,
e il fato a Monte Giberto mi ha portato,
passando infatti per una mostra di fotografia,
percepì un flash che mi indicò la via,
su per le colline dell’entroterra marchigiano mi inoltrai
e nel buio fitto mi addentrai,
flash di fanali d’auto tagliavano decisi gli arbusti,
con l’immaginazione potei scorgere i fusti,
non un’ anima per le vie ondulate,
mai avrei detto di incontrare un frate,
più che un frate era un parroco in borghese,
che gentilmente mi aprì la Chiesa montegibertese,
la Chiesa a San Nicolò è dedicata
e dentro l’ Ultima cena è raffigurata,
si tratta di un dipinto del 1602,
non un tentativo di imitare Cimabue,
quanto piuttosto a Caravaggio ci si volle avvicinare,
e venne dipinta per il maggiore altare,
una delle poche opere concepita verticalmente,
osservandola, chissà cosa potrà partorire la mente.
Spirito, anima e corpo a Monte Giberto potrai rinnovare,
se riesci a captare quella sensazione di benessere maestrale.
Se riesci per le colline a salire,
solo il silenzio potrai percepire,
non un rumore, non uno stramazzo,
qui non sanno nemmeno cosa sia il chiasso,
di 800 anime il Paese è popolato,
e di 322 metri è sopraelevato.
Subito di benessere mi sono sentita pervasa,
ringrazio il flash che mi ha persuasa.


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