Quella che vedete qui sotto, quella qui sotto sì. Ecco questa è la libreria più bella del mondo. Ci sono stata ieri. La chiamano così. La chiamano così in giro per il mondo la libreria Acqua Alta.
Anche se in realtà le librerie sono tutte belle. Ancora non capisco come facciano le persone a riempirsi le mani di bicchieri pieni di ghiaccio, vestirsi da asparagi e usare i libri come ferma porte. E non lo capisco no. Non lo capisco. Non capisco come l’uomo riesca a buttare la propria vita nel cesso. Ma insomma.
La particolarità di questa libreria e la sua bellezza è che c’ha i libri dentro le gondole. E che ci sta un gatto nero diventato il suo simbolo. Libri accatastati. Libri in pila. Pile di libri. Libri sfogliati. Libri in verticale. Libri appoggiati. Libri sopra le mensole. Libri dentro gli scaffali. Libri fino a su. Su sopra le pareti. Libri vecchi. Libri nuovi. Libri ingialliti. Libri impolverati. Libri ricoperti. Libri inumiditi. Libri puliti. C’ha libri. Libri. Libri. E libri ovunque.
E allora le prime due foto che vedete qui sotto sono i libri da buttare. Sì. Buttare. Sono quelli andati a male, perché l’anima non la puoi nutrire, per il fenomeno della piovra di questi giorni.
Sono migliaia di volumi accatastati, che sono stati inondati dall’acqua alta, e che non possono essere salvati. “Parliamo in tonnellate – ci dice un dipendente quando arriviamo a ora di pranzo ma qui si fa tutto un dritto – sarà una tonnellata di libri. Questa mattina mi saranno passate davanti non so quante cassette”.
E allora i libri che potrebbero essere recuperati si tenta l’impossibile per salvarli. Il phon. Il calore. Ma altri. Altri sono seriamente danneggiati. Sudici. Strudici. Alcuni giacciono per terra ridotti in poltiglia. Ridotti a pezzi. In brandelli di carta. E qui. Qui niente si può fare. L’idea di questa libreria venne nel 2004 a Luigi Frizzo che per proteggere i libri dall’acqua lo mise dentro vasche barche e barchette. Anzi al centro, proprio in mezzo, ci sta pure una gondola, con dentro i volumi.
E qui ci trovi di tutto. Pure quello che pensavi di non trovare. Quello che pensavi non potesse mai esserci. Morte in Kenya per esempio. Ieri mi passava il cuore lasciarlo lì. Ma non c’era modo. Era tutto bagnato. Umido. Sgualcito. E l’ho lasciato lì.
Ripasso con calma ho detto a chi doveva lavorare. E in mezzo ai piedi intralciavo il passaggio.
Poi, poi quando me ne sono andata ho visto il gatto bello folto nero. Se ne stava sopra una coperta arancione a sorvegliare la situazione. Per questi due giorni si temono ancora maree, ma l’Acqua Alta, l’Acqua Alta non molla.
#sbetti 💚📚💛