
Il cielo della Bosnia non è lo stesso cielo di un Paese in pace. No. Non lo è.
Sì certo di notte ci stanno perfino le stelle. Ma sono stelle mai cadute. Senza sogni. Poche speranze. Nemmeno desideri. Lo si percepisce guardando negli occhi queste persone. Parlando con loro. Osservandoli. Scrutandoli.
Lungo la strada che ci conduce nella Bosnia Erzegovina la vegetazione si fa sempre più ingombrante. Fitta, rigogliosa, disordinata, ammucchiata.
Gli alberi trafitti dalla nebbia spuntano nelle strade. La nebbia è fitta. Mette ansia. Tristezza. Malinconia. La tensione di questi paesi è palpabile. Le case portano ancora i segni della guerra. Diroccate. Semidistrutte. Sventrate. Incomplete. Fuori non sono nemmeno pitturate. Case basse. Alcune senza finestre. Quartieri assembrati di qua e di là . Dove in mezzo alle case spuntano le croci dei cimiteri. Di quei morti ammazzati dalla noncuranza dell’uomo. Dall’ingordigia. Dalla bramosia. La gente che la guerra l’ha vissuta è morta vent’anni, anche se viva.
Quelli che si sono visti i soldati entrare nelle case e ammazzare mogli figli bambini, quelli che hanno visto le loro case rase al suolo hanno gli occhi pieni di rassegnazione. Di costernazione. Nei loro occhi non ci sta nemmeno più la rabbia.
Hanno gli occhi spenti. Tristi. Piccoli. Sofferenti. Quasi piangenti. Annacquati nello stagno del dolore. Come fossero morti. Come fossero anche loro sepolti.
Come se la loro anima fosse lì, tumulata, sotto ancora i cumuli delle macerie e non si fosse mai più risollevata. Mai più spolverata. Mai più pulita. Del resto.
Del resto cosa vuoi pulire quando la guerra ti ha portato via tutto. Quando la guerra ti ha stuprato le moglie. Quando la guerra ti ha portato via i figli. Quando la guerra ti ha ammazzato i genitori. Quando la guerra ti ha massacrato la famiglia. Quando la guerra ha preso e ti ha ridotto in brandelli.
Cosa vuoi pulire. Non si pulisce più niente. L’anima è già stata segnata.
La sofferenza e il dolore fanno parte di te.
I giovani invece, ho notato che hanno gli occhi più luminosi. Più vegeti. Più belli. Si vede che sulla loro strada ci sono stati sentieri che riportano sempre a ieri, ma sono più speranzosi. Più convinti. Meno macchiati.
Più belli. Anche se i percorsi di questa terra, così disgraziata e barbaramente dilaniata dalla guerra, non si cancellano.
Quelli no rimangono.
#sbetti




