Dal diario del 23 luglio 2018.
Dalla mia terra.
Adoro quando il mare é cattivo. Quando si agita, quando scalza, quando si increspa, quando sbatte sugli scogli e come un amante si prende sbeffeggiando la sabbia, starmene qui a guardarlo. Sì insomma in spiaggia non c’è nessuno, non ci sono i cagacazzi che fanno il défilé, non ci sono i palestrati che controllano se la zucchina mangiata a pranzo è andata a mettersi sulla chiappa destra o su quella sinistra, non ci sono i genitori maleducati di figli altrettanto maleducati che poveri hanno preso da padri e madri e non ci sono quelli che urlano fingendo di parlare di cose serie. Non ci sono nemmeno i baldanzosi che per andare a buttarsi in acqua prendono la rincorsa, ma sbagliano la mira e ti infilano il piede sulla chiappa destra mentre stai dormendo al sole. Ed è una goduria sapete. Starsene qui. Ora così. Una goduria. Sì. L’unico vocio è quello delle onde che sbattono tra di loro. Quel vorticoso suono cupo. E se ti siedi qui e te ne fotti della sabbia bagnata vedi a poco a poco il cielo che cambia. Prima blu. Poi arancione. Poi rosa. Poi viola. Poi quasi grigio. E poi vedi quelle onde che creano vampate d’acqua di vapore formando sopra il mare una sottile nebbia, una sottile nebbia d’acqua. Le onde formano tanti grossi grassi rulli che si ingrossano e si ingrassano sempre più su quel mare che prima era piatto e che ora sembra voler dire qualcosa. Poi dopo un po’ si calma. E allora adesso che ti sei calmato. Dimmi che t’è successo oggi. Che eri così inquieto e irrequieto. Perché quando tu sei così, sto così anch’io.
#buonaseratasbetti ❤️